A.N.P.I. – Arcevia

25 aprile 2007

SCRIVIAMO LA LIBERAZIONE

Seconda edizione

Testo cooperativo davanti al Memoriale dell’eccidio di Monte Sant’Angelo

 

Le novità: le sedie, le bandiere, un punto di ristoro e soprattutto Lucy, una bambina che anno scorso non c’era

Le virtù del testo cooperativo: esso nasce con la nascita della pedagogia popolare negli anni Cinquanta del Novecento; una scrittura che cresce prendendo il meglio delle scritture individuali di ciascuno; è in grado di praticare il mutuo soccorso tra chi racconta; restituisce appieno il senso collettivo di un’esperienza.

Io per fortuna sono ancora vivo e vi parlo dall’alto dei miei ottantotto anni:  la voce diretta dei protagonisti è sicura, incerta, commossa, delusa, risentita, fiduciosa, severa, orgogliosa, diligente

Ad Arcevia deve essere successo un macello: i segnali della distruzione erano giunti fin sul monte Catria; tutte le formazioni partigiane si allertano, ripiegano e si disperdono in attesa di una pronta riorganizzazione dei partigiani di montagna e di collina. Certa è l’enorme sproporzione delle forze e degli armamenti tra i rastrellatori e i rastrellati, certo un eccesso di sicurezza sul controllo del territorio diffusa tra i gruppi partigiani e la popolazione, certo il collaborazionismo con i militari tedeschi degli epigoni del fascismo repubblichino locale, certa l’inadeguatezza dell’esperienza militare di buona parte dei partigiani combattenti, molto probabile una colpevole inerzia, se non il peggior tradimento, di chi aveva la responsabilità del comando.

Se ti salta in aria chi ti cammina vicino, uno se lo porta dentro per tutta la vita: dopo ilpassaggio del fronte, molti arceviesi si arruolarono nella Brigata Maiella, che combatté per la Liberazione dell’Italia fino al Veneto. Molti morirono negli scontri, altri vittime delle tantissime mine anti-uomo che i tedeschi si lasciavano alle spalle. La guerra di liberazione doveva essere l’ultima guerra, tanta era la gioia dei canti e degli abbracci che incontravamo in ogni città grande e piccola che man mano liberavamo. E invece oggi ci tocca ancora sopportare la vergogna delle tante guerre che continuano nel mondo.

Rivendicheremo le nostre tristezze, ma non si potrà mai far pari:  una resistenza da conoscere meglio è quella dei soldati italiani  fatti prigionieri dai tedeschi dopo l’8 settembre 1943. Dei 2000 militari italiani catturati nella zona di Zara, solo 50 firmano per la repubblica di Salò gli altri sono condotti nei campi di lavoro in Germania, dove, tra fame, stenti e sfruttamento, molti non sopravvissero sopraffatti anche dallo scherno offensivo dei civili tedeschi che li apostrofavano con “tu badoglio”. Tanto doveva essere stato l’orrore, se qualcuno che era riuscito a tenere un diario, quasi colpevole per la vergogna di essere sopravvissuto, lo porta alla luce tanti anni dopo, raccontando anche di una barchetta di carta nella pozzanghera  del campo della prigione, che assume la forma di una ostinata speranza

Gli anni per noi vecchi passano a tirar via e non si fa in tempo a far tutto, bisogna che la gioventù ci si metta d’impegno: l’antifascismo non è riuscito a diventare principio identitario, patrimonio collettivo, non si è diffuso e radicato in modo da orientare tutte le scelte. Esso non è solo memoria del fatto epico, ma presa di coscienza sempre più estesa dei valori democratici e civici: è per questo che si può affermare che chi non paga le tasse non può definirsi antifascista. Ognuno da solo non basta, ma insieme, sostenuti dallo studio e dalla ricerca, si può contrastare e vincere la disattenzione e la dimenticanza.

Articolo 54 della Costituzione italiana: Tutti i cittadini hanno il dovere di essere fedeli alla Repubblica e di osservarne la Costituzione e le leggi. I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore, prestando giuramento nei casi stabiliti dalla legge.

Ultimo sguardo degli occhi: dopo un’esile tromba che omaggia i caduti, il canto di O bella ciao con sull’orizzonte nitido il profilo della città di Arcevia. Bisogna saper immaginare di essere liberi e lieti.

Elaborazione a cura di Angelo Verdini

I contributi sono di: Angelo Verdini, Arnaldo Giacchini, Stefano Pulcinelli, Bruna Betti, Sante Aguzzi, Silvio Purgatori, Virginio Villani, Ernesto Girolimini,Vittorio Pasquali, Armando Toderi,

Enea Bartolini, Sergio Loretelli

Citati i testi di: Alberto Galeazzi (poesia), Francesco Scarabicchi (poesia),  Raffaele Perini(poesia), Franco Marcoaldi (diario poetico), Marina Catena (poesia), Antonio Bartolini (diario)

Per contatti. Anpi-sezione di Arcevia, Corso Mazzini, 60011 Arcevia (Ancona)

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www.anpiarcevia.it