DIECIMAGGIODUEMILANOVE – 65° anniversario dell’Eccidio di Monte Sant’Angelo

Saluto del Presidente Anpi Arcevia, Angelo Verdini

Un saluto a tutti i presenti, qui  su questo palco e qui in questa splendida piazza, oggi ancor più piena di cuore e di calore, bella da vedere e sempre importante luogo di incontro e di cittadinanza.

Subito un pensiero doveroso e riconoscente  ai tre partigiani della nostra sezione che ci hanno lasciato nell’anno trascorso dall’ultima Commemorazione, Belardinalli Attilio di Loretello di Arcevia, Rossi Walter di Fano e Saltarelli Otello di Montale di Arcevia.

L’ANPI di Arcevia ritiene che sia molto importante ricordare, a 65 anni di distanza da quel tragico 4 maggio 1944, l’Eccidio nazifascista di Monte Sant’Angelo, che comprende anche tutti i morti malamente ammazzati di Montefortino e i partigiani fucilati sotto le mura di Arcevia ( e include ovviamente tutte le altre vittime di quel tempo, generoso e furioso).

Il ricordare è una facoltà naturale della mente umana, ma 65 anni sono davvero tanti, la vita di una persona: i protagonisti o i diretti testimoni di quel tempo si stanno sempre più assottigliando e quando la loro voce, accompagnata dallo sguardo e dai gesti sarà del tutto scomparsa e non ci farà più compagnia, si sarà seccata la fonte del ricordo e noi potremo solo immaginare l’allerta, il dolore, lo sgomento, la paura, la rabbia, il risentimento, la mestizia e la pietà di quelle ore drammatiche.

Accanto a questa dimensione privata del ricordo, esiste anche quella pubblica, quella intenzionale e culturale, quella storica e simbolica, quella che si forma dalla somma delle esperienze individuali tramandate di generazione in generazione, quella che deriva dall’attribuzione di senso ai gesti collettivi e dalla messa in comune di tali interpretazioni, che generano appartenenza ed identità ad una comunità ad un Paese.

Qui oggi prevale inevitabilmente la connotazione storica e simbolica del ricordo: su questo scenario in primo piano c’è l’accoglienza – dei prigionieri fuggitivi, degli ebrei minacciati – c’è la protezione – dei soldati sbandati, dei renitenti ad una leva ridicola – c’è la solidarietà – in forma di ricovero e ristoro per i partigiani combattenti e per le audaci staffette – c’è la dignità di tanti uomini e tante donne, spesso persone semplici e povere, capaci meravigliosamente di gesti infinitamente grandi – c’è il coraggio che non arretrava dinanzi alla minaccia terribilmente concreta di vedere bruciati i frutti dei raccolti, svuotati i già miseri magazzini, violate le ragazze e le spose – c’è un’intensa e determinata voglia di futuro immaginato senza più guerre e occupazioni militari, sorretto dalla giustizia sociale e alimentato dalla partecipazione e dalla democrazia!

Che abisso, che baratro con l’attualità dove ci si vanta davanti a mille telecamere di aver respinto all’inferno tanti cittadini inermi di questo mondo che fuggono dalla carestia e dalle dittature!

C’è molto da apprendere ancora dall’esperienza dell’antifascismo e della lotta partigiana!

Molto presto l’Anpi di Arcevia inaugurerà una Scuola di pace alla memoria di Arnaldo Giacchini, limpido testimone della guerra, della Resistenza, della ricostruzione, delle lotte democratiche per l’emancipazione dei deboli, dell’impegno per la pace

Viva la Resistenza, viva la Costituzione nata dalla Resistenza!!