SETTEMAGGIODUEMILASEI

Angelo Verdini, presidente Anpi Arcevia, per il 62° anniversario dell’Eccidio di Monte Sant’Angelo

Partigiane e partigiani, cittadini, rappresentanti dei partiti, delle associazioni, delle istituzioni, un saluto caro e sincero in questa giornata densa di ricordi e di significati.

 Lasciatemi dire innanzitutto che per la prima volta da questo palco per l’Anpi prende la parola una persona che appartiene a una generazione nata dopo la fine della guerra e quindi subito il primo pensiero riconoscente va ai cinque presidenti  che hanno guidato in precedenza la sezione di Arcevia, in particolare ad Arnaldo Giacchini e Aguzzi Sante che ho conosciuto in questi miei anni di impegno e di lavoro all’interno dell’associazione.

 E qui richiamo certamente il nuovo statuto dell’ANPI, che nel recente congresso nazionale di Chianciano Terme ha sancito il pieno valore sostanziale e formale della adesione all’Anpi degli antifascisti e degli amici della resistenza con la conseguente possibilità  per loro di assumere incarichi e responsabilità.

Non è certo questo un compito facile o semplice: si tratta di accogliere con delicatezza e determinazione una eredità preziosa e sconfinata, quella della dignità e del coraggio dei partigiani, quella del sacrificio gratuito per gli ideali e per i valori, quella fondante la nostra democrazia e la nostra Costituzione.

 La consapevolezza e la condivisione sono chiare ed elevate: conservare, difendere ed approfondire la memoria, attualizzare la memoria, comunicare efficacemente la memoria.

 Bisogna continuare a studiare e ricercare. Abbiamo iniziato una ricerca sistematica che condurrà a una pubblicazione sui morti arceviesi nelle guerre del fascismo, morti civili e militari, dalle vittime del primo squadrismo a chi è saltato sulle mine lasciate dall’esercito tedesco in ritirata, passando attraverso la guerra di Spagna e la guerra di Etiopia, gli innumerevoli fronti della seconda guerra mondiale, compreso il più disumano quello dei campi di concentramento; su un ambito più ampio, a livello regionale, l’Anpi è impegnata nel Forum delle Associazioni partigiane e degli Istituti storici dell’Adriatico: tale impegno, che coinvolge le altre regioni italiane e i Paesi della costa orientale, darà presto un primo tangibile risultato di ricerca. Bisogna declinare i sentimenti migliori del movimento resistenziale legandoli alle situazioni del presente e scoprire sempre di più il valore dell’accoglienza ( come i vecchi contadini ospitavano i prigionieri fuggiti, i soldati che dopo l’8 settembre scelsero di non continuare una guerra insensata, gli sfollati dalle città, i perseguitati dalle politiche razziste del fascismo, i partigiani, in una forma spontanea di primitiva e splendida resistenza: ed è proprio da questa esperienza estremamente formativa che dopo la guerra il movimento di emancipazione dei mezzadri e dei braccianti conseguì grandi successi), il valore della solidarietà, (oggi riferita in particolare alla dignità dei lavoratori stranieri, che attratti dalle possibilità lavorative sempre più si insediano nel nostro territorio), il valore dell’affermazione dei diritti per tutti,  il valore della pace.

 L’Anpi di Arcevia mantiene ottimi rapporti con la Tavola della Pace, che organizza la famosa marcia della pace Perugina – Assisi ( e vi assicuro che vengono semplicemente i brividi quando migliaia di persone applaudono la nostra bandiera in corteo), e si è fatta promotrice di una iniziativa tendente a formare una tavola locale della pace e della solidarietà, che sappia raccogliere, unire e orientare le numerose testimonianze e i numerosi gesti di generosità presenti nel nostro territorio. E’ vero, in questi giorni siamo stati ancora una volta molto colpiti nel cuore e nella mente dalle morti dei nostri soldati inviati all’estero, ma il dolore non ci deve impedire di pensare, di ragionare: bisogna osare pensieri forti e – lasciatemelo dire- profetici come uscire al più presto dalla subalternità alla logica delle guerre permanenti e affermare la supremazia del confronto e del negoziato. Bisogna trovare forme di comunicazione adatte all’evoluzione sociologiche e antropologiche della società contemporanea, usare linguaggi fruibili, specialmente dai ragazzi e dai giovani: il sito internet della sezione Anpi di Arcevia funziona da due anni e in questo periodo ha avuto più di mille contatti all’anno e siamo impegnati per arricchirlo e renderlo più interattivo; lo scorso 25 aprile (sì, il 25 aprile, festa religiosa dedicata alla Madonna per i giovani del Grande Fratello!) abbiamo tentato una sperimentazione ben riuscita: eravamo circa in 70 persone davanti al memoriale dell’eccidio su al Sant’Angelo a esprimere in un laboratorio a cielo aperto le nostre testimonianze e le nostre riflessioni sulla ricorrenza in quel luogo simbolico e ne è scaturito un testo cooperativo che presto renderemo pubblico, offrendolo ai partecipanti ma anche a chi non c’era per confermare la vitalità della memoria e l’importanza della partecipazione e delle emozioni; stiamo programmando, a ridosso della prossima Commemorazione, una rassegna dedicata a nuove modalità narrative della Resistenza, incentrate sulla tecnica del fumetto e sul disegno animato e coinvolgenti anche il mondo della scuola.

Oggi il nostro tributo alle vittime dell’Eccidio di Monte Sant’Angelo ( che insieme a Colle San Marco, Montalto e Fragheto costituisce la mappa più terribile della storia regionale) si allarga comprendendo ovviamente  tutte le vittime di Arcevia, medaglia di bronzo al valor militare,  tutti gli eventi della resistenza arceviese, sparsi nell’ampio territorio comunale, costellato di cippi e lapidi, cui ieri una delegazione del comitato per le celebrazioni ha reso visita con la deposizione di un omaggio floreale, conferma di un giusto riconoscimento e di una duratura riconoscenza.

 La partecipazione alla lotta partigiana non fu un fatto estemporaneo, nel senso che tutto finì dopo il passaggio del Fronte: alcuni partigiani  subito dopo la Liberazione di Arcevia, confluirono come plotone Sant’Angelo nella Brigata Maiella continuando così lo slancio patriottico e una confermata generosità nella guerra di Liberazione del nostro Paese combattendo verso il nord della regione (Pesaro), verso La Romagna fino a Bologna: tra questi voglio ricordare Sante Aguzzi e Luigi Argentini. Quest’ultimo poi emigrò in Belgio, dove per 20 anni ha presieduto l’Anpi della provincia del Limburgo, dove ogni anno si celebra da parte della comunità marchigiano-arceviese la ricorrenza del 4 maggio ( la memoria della resistenza tra gli emigrati potrebbe essere un buon argomento di studio e ricerca).

La Costituzione Repubblicana è il frutto più dolce e più maturo dell’esperienza resistenziale: i suoi principi, i suoi valori, l’unità del nostro paese, i diritti di libertà degli italiani e delle italiane non sono negoziabili. Ed è per questo che al referendum confermativo del 25 e 26 giugno prossimi sulla riforma della Costituzione varata dal governo di centro-destra, l’Anpi invita a votare No e si farà parte attiva a promuovere con i partiti dell’Unione il comitato locale per il No, chiamando a raccolta innanzitutto quei cittadini – e sono stati più di cento qui ad Arcevia- che tra gennaio e febbraio scorsi hanno firmato per chiedere il referendum. Dichiariamo la nostra intenzione per un impegno forte , esteso e diffuso perché non bisogna soltanto vincere ma occorre anche convincere e convincersi della giustezza di una tale decisione, perché il livello più alto della lotta politica è la forza propositiva e la pratica dell’impegno per la conoscenza e per la cultura .

Concludo affermando che non dobbiamo mai smarrire il senso del bene comune e che se crediamo nelle nostre idee, cerchiamo di realizzarle sempre al meglio con l’intento di fare il bene di tutti.

Viva la Resistenza, viva la Costituzione repubblicana!!